Questo è un post tecnico di 9 anni fa. Le istruzioni potrebbero non essere più valide. Publicato: Aprile 5, 2016 Aggiornato: Aprile 25, 2020
Silvio Porcellana, fondatore e CEO di mob.is.it, ci manda questo articolo davvero molto utile sui Guest blogging. Ti consiglio davvero di leggerlo perché troverai molti spunti interessanti se sei agli inizi della tua carriera online.
Questa guida, oltre a fornire contenuti di vero valore, mostra l’esatta strategia (step by step) per fare Guest blogging.
Posso confermare che la strategia funziona veramente non fosse altro perché il post che leggerai è esso stesso un guest post che Silvio è riuscito a pubblicare sul mio blog!
Sei pronto? Buona lettera!
Guest blogging: funziona davvero? Un Case Stady

Quando si parla di Guest blogging, i marketer si dividono in due: tra gli entusiasti per questa strategia e quelli che la ritengono solo un’inutile perdita di tempo.
L’attività di Guest blogging, che permette di pubblicare i propri contenuti su blog altrui, secondo i suoi fan è un ottimo modo per far conoscere se stessi o il proprio sito ad un numero elevato di persone, al di fuori della propria cerchia di contatti, per costruirsi un ruolo da influencer e fare un’attività di backlink verso il proprio sito, che non fa mai male alla SEO. I detrattori sostengono invece che gli effettivi benefici non ripagano la fatica richiesta dall’attività di guest blogging. Anche dal punto di vista SEO non ci sarebbero grandi vantaggi, perchè Google non sembrerebbe tenere in grande considerazione i link contenuti al termine del guest post, ritenendoli poco naturali.
Prima di chiedervi da che parte state (perché ci interessa saperlo, e molto), vi raccontiamo cosa significa fare guest blogging attraverso un case study, che mostra step-by-step la strategia utilizzata e i risultati ottenuti. Un’esperienza che conosciamo bene, perché è la nostra: ecco come siamo arrivati a pubblicare per la nostra azienda, mob.is.it, 44 guest post negli ultimi 5 mesi.
Come fare Guest blogging in 8 step
Step 1: Definire le reading personas

È un passaggio spesso dato per scontato nell’attività di Guest blogging, ma tutto parte da qui: dall’individuare le personas che leggeranno i vostri guest post. Che vogliate raggiungere un solo target o target diversi , il risultato di quest’analisi influenzerà la scelta dei blog, delle tematiche e lo stile degli articoli. Un consiglio: lavorate anche sulle parole chiave che le personas potrebbero cercare su internet, inerenti ai loro interessi e al vostro business. Lo strumento di pianificazione delle keywords di Google AdWords è un buon aiuto per trovare varianti e valutare la densità delle ricerche su una specifica parola. Terminata l’analisi, ordinate i risultati su un foglio Excel: sarà la base per iniziare la caccia ai guest blog.
NEL NOSTRO CASO: Abbiamo individuato 3 personas, corrispondenti ad altrettanti utenti-tipo del servizio offerto dal nostro business, Mob.is.it. Una piattaforma on-line per realizzare siti mobile e app, dedicata in particolar modo ai marketer, che possono così facilmente creare e rivendere i siti ai loro clienti. Sono state elaborate in modo dettagliato le storie, le qualità, i comportamenti e le aspettative di ognuno dei nostri target e compilato l’Excel con le parole chiave.
Step 2: Ricerca dei blog

Scegliere i posti giusti per ospitare i contenuti che volete produrre è fondamentale. La prima ispirazione viene dalle reading personas, ovvero il modello di utente che leggerà il vostro post, e dal tipo di blog che potrebbe interessarlo: tecnologia, viaggi, food, IT, marketing… Cercate su Google “blog + tematica d’interesse + guest post”, con tutte le possibili varianti (invia il tuo guest post, scrivi per noi, linee guida per i guest post…). Otterrete un buon numero di blog da mettere in rubrica e da provare a contattare. Se ve ne serve ancora qualcuno, qui una lista di 500 blog che accettano guest post, suddivisi per argomento.
NEL NOSTRO CASO: mob.is.it si rivolge prevalentemente ai marketer, quindi la ricerca si è concentrata sui siti che normalmente segue questo target, quindi blog che parlano di digital marketing, social media, content marketing. La ricerca è stata fatta a partire da Google e abbiamo raccolto un numero di 243 blog. Questi sono stati poi ordinati per argomento e domain authority, così da poter scegliere se contattare quelli più importanti, mediamente o poco autorevoli. Sono stati scartati i blog non aggiornati da più di 6 mesi, con scarse interazioni e qualità degli articoli. Abbiamo scelto di contattare per primi quelli con una domain authority medio-bassa, per salire poi di livello dopo la pubblicazione sui primi blog, che ci sono serviti da referenza.
Step 3: Identificazione degli argomenti

Ancora una volta le reading personas possono funzionare da punto di partenza: quale argomento potrebbe attirare la loro attenzione? Quale contenuto potrebbe essergli utile? Come potreste offrirgli una prospettiva diversa sul tema del momento? Per aiutarvi nella ricerca degli argomenti, risparmiando tempo e individuando direttamente quelli più interessanti, affidatevi a Feedly o Scoop. Pensate poi a un titolo che possa incuriosire il target e soprattutto il blog a cui lo proponete: molti blog rifiutano a priori titoli vaghi, scontati o già sentiti.
NEL NOSTRO CASO: In base ai temi del momento nel digital marketing e in particolare nel mobile marketing, che è la nostra specialità, abbiamo studiato gli argomenti che potevano interessare uno o più dei nostri target. Da qui è nata una sostanziosa lista di temi, proposti ai blog con un possibile titolo, in modo da renderli più precisi e accattivanti. Anche in questo caso abbiamo usato un tool gratuito per rifinire le idee, CoSchedule Headline Analyzer.
Step 4: Contatto e proposta degli argomenti

È il momento di presentare la vostra idea al mondo là fuori. Scelto l’argomento, va abbinato al blog più idoneo a trattare il tema. Può essere fatto per assimilazione (hanno già dei post sull’argomento e voi potete offrire un approfondimento in più), oppure per differenza (sul blog non ci sono ancora dei post che parlano del vostro argomento). Nella email di contatto bastano poche, semplici informazioni: chi siete, perchè avete scelto di contattare quel blog e il titolo dell’articolo che desiderate proporre. Molti blog prevedono delle guidelines specifiche su come compilare la proposta di guest blogging: nel caso, seguitele alla lettera. Tono gentile e qualche complimento personalizzato sul blog non guastano mai. Incrociate le dita e premete invio.
NEL NOSTRO CASO
Dei blog contattati nel primo mese, il 55% non ha risposto, il 15% ha risposto di non essere interessato, il 30% ha accettato la nostra proposta.

Ecco perchè è importante creare in partenza un ampio bacino di blog da contattare, da arricchire costantemente di nuovi contatti durante l’attività di guest blogging. I numeri migliorano leggermente sollecitando chi non ha ancora risposto a distanza di qualche giorno: i content manager dei blog sono generalmente persone molto impegnate. A volte sono interessate alla vostra proposta, ma non hanno tempo di rispondere subito. Per gestire meglio il flusso di email e follow up, abbiamo utilizzato Streak, un’app che, se avete una casella di posta Gmail, potete installare gratuitamente.

Step 5: Creazione del post

Una volta che il vostro argomento è stato accettato dal blog, potete scrivere l’articolo. Ancora un momento però: tornate prima sul blog che vi ospiterà. Ripassate le linee guida indicate per i guest post (lunghezza richiesta, policy su link, immagini e formato) e leggete qualche articolo, così da avere bene a mente lo stile editoriale, osservando le caratteristiche degli articoli che sono più condivisi e commentati. Nella stesura, utilizzate punti elenco e titoli interni per una lettura più agevole e tenete a mente la reading persona per cui state scrivendo, cercando di essere non prolissi ma esaustivi.
NEL NOSTRO CASO: Fin dall’inizio del nostro percorso di guest blogging abbiamo deciso di creare guest post medio-lunghi, dalle 1.000 alle 2.000 parole. Abbiamo notato che i post di questa lunghezza sono i più apprezzati dai blog e dai lettori, perchè offrono un buon livello di approfondimento.
Step 6: Invio e follow up

Dopo aver inviato l’articolo, insieme alla biografia dell’autore con il link al vostro sito, recuperate le energie, perché siete a poco più di metà del lavoro. In alcuni casi i blog vi chiederanno delle revisioni. In altri non vi daranno subito un riscontro, per cui è importante l’attività di follow up nelle settimane seguenti, fino alla conferma della data di pubblicazione.
NEL NOSTRO CASO: Dopo un paio di mesi dall’inizio dell’attività di guest blogging, avevamo settimanalmente un discreto numero di blog da contattare, un buon numero da cui aspettavamo una prima risposta, altrettanti da cui attendevamo la pubblicazione. E poi c’erano i contenuti: da proporre, da scrivere, da revisionare, da pubblicare. Serviva uno strumento di gestione, da condividere internamente tra i membri del team coinvolti nell’attività: abbiamo scelto Trello, che si è rivelata un’ottima soluzione.

Step 7: Check sulla pubblicazione

Finalmente il vostro articolo è pubblicato. Dopo esservi goduti qualche momento di soddisfazione, controllate che i contenuti siano stati correttamente inseriti. Inoltre, che ci sia almeno un link dofollow al vostro sito, così da avere un beneficio in termini SEO e per dare la possibilità a chi legge il vostro articolo di visitare la vostra pagina. Per completare il percorso ideale di guest blogging, condividete il post sui vostri social. Poi però non abbandonate l’articolo a se stesso: monitorate e rispondete ai commenti dei lettori, potrebbero essere vostri futuri clienti.
NEL NOSTRO CASO: Abbiamo dedicato particolare attenzione nel rispondere ai commenti, anche a distanza di tempo dalla pubblicazione dell’articolo. Con grande sorpresa, il 5% delle persone con cui abbiamo interagito fino ad oggi nei commenti ai nostri articoli, ci ha poi contattato per attivare una versione demo del nostro sistema.
Step 8: Monitoraggio dei risultati

Per vedere gli effetti immediati della tua attività di Guest blogging, ci sono diversi parametri da tenere sotto controllo:
– primo, il traffico diretto dal guest post, monitorabile con Google Analytics.
– secondo, il backlink al vostro sito: a volte i guest blog lo disattivano dopo qualche tempo dalla pubblicazione dell’articolo. Per tenere la situazione sotto controllo, uno strumento utile è Linkody.
– terzo, l’effetto sui social, in termini di condivisioni e apprezzamenti, che può essere tracciato con strumenti come ShareTally.
NEL NOSTRO CASO: Dopo la pubblicazione degli articoli, ne abbiamo tracciato il link, così da monitorare le visite al nostro sito provenienti dai guest blog e le condivisioni sui social. In alcuni casi ci sono stati risultati notevoli in corrispondenza delle date di pubblicazione, in altri meno. Tuttavia abbiamo raccolto dati interessanti per le prossime strategie di Guest blogging e individuato i blog che ci hanno offerto più risultati in termini di visibilità e traffico.
I risultati: +20% di traffico e +5 nel MozRank

Il Guest blogging è un’attività che dà i sui frutti sul lungo termine. Lo abbiamo già detto, ma ve lo ricordiamo ora, prima di condividere i nostri risultati. Che sono ovviamente preliminari e parziali: il nostro percorso di Guest blogging è solo agli inizi e ancora in corso di svolgimento.
– Produzione: in 5 mesi abbiamo pubblicato 44 guest post. Ci hanno ospitato 41 guest blog diversi, con una domain authority compresa tra i 25 e i 77/100.
– Traffico sul sito: Nell’immediata pubblicazione del post, abbiamo registrato un aumento di traffico sul sito proveniente dal link diretto, più o meno notevole a seconda dei casi. L’effetto si è esaurito però nel breve periodo.
– Effetti SEO: Dall’inizio dell’attività ad oggi, abbiamo registrato un aumento generale del traffico sul sito pari al 20%. La domain authority di mob.is.it è salita da 29 a 34/100.

Quindi possiamo dire che il Guest blogging funziona? Siamo ancora all’inizio del percorso per darvi una risposta definitiva, ma in ottica SEO i risultati cominciano a notarsi. Un altro effetto positivo è un miglioramento progressivo in termini di reputation: una volta che si riesce a pubblicare sui blog medio-grandi ed è possibile portare ad esempio gli articoli già realizzati, dimostrando la cura dei propri contenuti, il contatto con i blog successivi è più facile: si risparmiano tempo, risorse ed energie. Ecco infine un paio di considerazioni che desideriamo condividere con voi.
2 considerazioni dal guest blogging provato su strada
#1 Cosa guida la scelta del guest blog?

Dipende dai vostri obiettivi. Se quello che vi interessa è farvi conoscere come esperti del settore o promuovere la vostra pagina web, l’ideale è puntare sui blog con un buon numero di lettori e condivisioni, così da esporre i vostri contenuti a un numero molto ampio di utenti. Se invece la finalità principale è creare backlink verso il sito, è fondamentale che il blog abbia una buona domain authorithy. Per verificarla, noi utilizziamo lo strumento gratuito messo a disposizione su SEOmoz, che permette di visualizzare la domain e la page authorithy in una scala da 0 a 100.
#2 Qualità o quantità?
Qualità, verrebbe da rispondere: più il blog è grande e referenziato, più ha audience, più sono le possibilità di successo per il post. Ma bisogna tenere in considerazione i pro e i contro di questa scelta. I blog grandi ricevono molte più richieste, la competizione è agguerrita ed è più difficile superare l’iter per arrivare alla pubblicazione. Per testare la qualità (e la tenacia!) dei guest blogger, di solito questi blog prevedono procedure rigorose da superare in più step: proposta e accettazione del titolo, della scaletta, dell’articolo vero e proprio. Poi ci sono le revisioni, nel contenuto e nella formattazione dell’articolo. Infine le code di pubblicazione: se in quel momento il blog è saturo di contenuti, il vostro post potrebbe essere pianificato diversi mesi dopo la sua approvazione. Ne vale la pena? Abbiamo sperimentato personalmente che oltre un certo limite la risposta è no: con uno dei blog contattati ci sono volute 52 email, 3 mesi e 4 revisioni per arrivare all’approvazione dell’articolo. Poi sono cambiate le linee guida editoriali, e l’articolo non è stato più pubblicato. Un blog più piccolo offre meno visibilità, ma richiede molto meno tempo di gestione. Il nostro record: 1 settimana dal contatto alla pubblicazione e 3 email per la gestione, compresa quella finale di ringraziamento.
E voi, siete fan o nemici del Guest blogging?
Come avrete capito, se volete fare guest blogging nel modo giusto, non potete farlo nell’ottica di risparmiare più risorse, tempo e idee possibili. Si tratta di un’attività che dà i suoi frutti, a patto di grande impegno, costanza e cura nell’offrire valore attraverso i propri contenuti. Quello che offrite è proporzionale a quello che otterrete.
Abbiamo cercato di raccontarvi la nostra esperienza nel migliore dei modi, ci piacerebbe ora ricevere un vostro commento: siete fan o nemici del guest blogging? E dopo questo articolo la vostra opinione è cambiata?

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Grazie dell’articolo Silvio.
Una domanda: come definite le personas? Potresti fornire qualche linea guida utile in tal senso?
Immagino che per un’azienda già avviata sia relativamente più facile conoscere i propri clienti e quindi formare delle categorie tipo ma nel caso di una startup che non conosce ancora i propri clienti? Si opera una definizione arbitraria del target, diciamo con degli archetipi?
Ciao Alessandro
e grazie, prima di tutto, per la tua ottima domanda.
Secondo me la prima, primissima attività di una startup o un’azienda nella sua fase iniziale è proprio quella di “customer discovery”, fase al termine della quale si saranno definite le customer (e “reading”) personas. Questo lavoro sarà svolto attraverso interviste dirette e a voce (soprattutto!), contatti via email, verifica degli archetipi nella vita reale e confronto con altre aziende simili.
Te lo dico per esperienza personale: non fidarti delle definizioni arbitrarie e verifica sempre nella realtà se esiste davvero la o le “personas” a cui hai deciso di mirare, se hanno davvero il problema che hai deciso di risolvere, se parlano davvero la lingua che hai deciso di usare. Parti più lentamente ma arrivi di sicuro più lontano… 😉
Grazie Alessandro per l’ottima domanda che hai posto perché sicuramente ha dato modo a Silvio di offrire ulteriori spunti per tutte le startup che vogliono impostare una corretta strategia di Guest blogging.
Ancora Grazie per aver visitato il mio blog e per il commento al post! 🙂
A presto.
Alfonso
P.S. GRAZIE MILLE a Silvio per la pronta ed efficace risposta!
Ciao Silvio e ciao Alfonso, ho letto tutto l’articolo, complimenti per il tema e il caso di studio, molto chiaro e ben articolato.
Ho giusto un paio di domande per poter chiarire globalmente il test:
– Come hai impostato o quale reputi sia la forma migliore per il testo della mail di contatto da inviare ai vari blog a cui si “bussa” per richiedere Guest Blogging? Sarebbe molto utile se riuscissi a condividere una sorta di template.
– I guest post che ti hanno approvato li hanno pubblicati gratuitamente?
Grazie
Donato
Ciao Donato, grazie per le tue domande – mi fa piacere che ti piaccia l’articolo.
Qui trovi il template di alcune email che abbiamo usato per il contatto, spero ti siano utili: https://docs.google.com/document/d/19FYU_jVRFGupM4HaaEO-LEhGyf4Exv9qAX5pvlV7chI/edit?usp=sharing
La maggior parte (direi il 99%) dei guest post pubblicati sono stati gratuiti.
Saluti! 🙂
Silvio
Ciao Donatello e GRAZIE per il commento al post e la visita al blog. Ho già contattato Silvio che a breve risponderà al tuo commento. A presto. Alfonso